Recentemente ha ricevuto un certo risalto mediatico la startup tNotice, che promette di sostituire alla raccomandata cartacea un servizio elettronico alternativo alla famigerata PEC. Il resoconto giornalistico è più o meno su questo tenore:
Immaginate tNotice come uno sportello web. Il mittente, senza spostarsi da casa o dall’ufficio, si registra, inserisce i suoi dati, paga con carta di credito o prepagata e scrive il testo della raccomandata. Può aggiungere file di documenti o immagini e poi clicca invio. Al prezzo di poco più di un euro (1,23 più iva) la raccomandata digitale arriva in tempo reale sulla mail del destinatario che, come alla posta tradizionale, ha 30 giorni di tempo per la giacenza sulla sua mail, per registrarsi e per firmare la ricevuta di ricevimento con nome utente e password (che dalla normativa europea sono recepite come firma digitale).
A leggere questa sommaria descrizione, chiunque abbia un’infarinatura di concetti giuridici sarà rimasto perplesso: come fa il mittente a provare di aver effettivamente consegnato la propria missiva ad una casella di posta qualificata come domicilio del destinatario? Nemmeno le pagine “Come funziona” e “Per approfondire” del loro sito danno una risposta esaustiva a questa domanda.
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