Aubrey McFato ha pubblicato un post pro-veg che contiene un utile spunto di riflessione:
Quando dici alla gente che sei vegetariano, la gente si mette sulla difensiva.
E’ incredibile lo spettro delle reazioni: dall’ironico all’aggressivo, nessun onnivoro rimane neutro.
L’autore lascia intendere che gli onnivori si sentano in qualche modo minacciati dall’idea stessa del vegetarianesimo. Niente è più lontano dalla realtà.
Gli onnivori sono irritati dalla cultura vegetariana perché ci sono vegetariani, probabilmente la maggior parte una parte minoritaria ma rumorosa, che fanno proselitismo e lo fanno nel modo più odioso: sostenendo la superiorità etica della scelta veg (e il post di Aubrey McFato non è da meno). Quei vegetariani non amano il cibo veg come si potrebbe amare la cucina messicana o il kebab; sono vegetariani (e ancor di più i vegani) che amano l’idea di sentirsi migliori, evolutivamente migliori.
E non c’è niente di peggio.
Nessuno odia i vegetariani in quanto tali, ma la maggior parte delle persone sane di mente è infastidita dagli invasati alla Penelope Longstreet che pretendono di far loro la morale su cosa mettono nel piatto, mischiando greenwash e vaneggiamenti su sostenibilità e biodiversità.
Mangiate pure verdure, beveroni, sassi, quello che vi pare, ma per favore se trattate il resto del mondo da idioti crudeli, non vi lamentate se ciò implica un impatto negativo sulla vostra socialità.
boh, anche sì, ma non hai risposto a nessuno degli argomenti esposti (non da me, fra l’altro, ma da Safran Foer). io non credo che gli onnivori (anche io, per adesso), siaMo idioti crudeli, ma che siaMo “idiotamente” crudeli, che è diverso. ci piace mangiare ma non sapere quello che c’è prima, e questo è un errore, in buona o cattiva fede.
Supporre che nutrirsi di carne sia una scelta dettata dall’ignoranza è quantomeno ingenuo. Forse è vero il contrario: il fatto che gli esseri umani dei paesi occidentali si siano distanziati sempre di più dalla routine della macellazione della carne e dall’incontro con la morte li ha resi più impressionabili.
Il punto non è se gli argomenti pro-veg siano validi o meno, ma se è ragionevole escludere la validità del motivo principe che spinge gli esseri umani ad effettuare qualsiasi scelta di consumo: il gusto personale.
Sarai d’accordo con me che il “gusto personale” non giustifica tutti i mali, perchè tu non mangi dei bambini cicciottini anche se quelle cosciotte arrosto sono probabilmente la carne più buona del mondo. Una linea, da qualche parte, la devi tirare. E sono d’accordo con te che “gli esseri umani dei paesi occidentali si siano distanziati sempre di più dalla routine della macellazione della carne e dall’incontro con la morte”. L’uomo non fa altro nella sua storia che alzare l’asticella dell’etica e della morale, e io arrivo buon ultimo a dire che anche l’animale (soprattutto, per me, quello intelligente e cosciente) ha il diritto di soffrire il meno possibile.
«L’uomo non fa altro nella sua storia che alzare l’asticella dell’etica e della morale», ecco, è proprio questo che intendevo: il vegetariano-tipo (o, nel tuo caso, aspirante tale) è semplicemente un presuntuoso che ritiene che la storia sia una freccia orientata e che lui si trovi una spanna davanti agli altri nella direzione indicata dalla freccia.
Non è corretto, almeno non nel mio caso. Io ritengo che esistano infinite frecce, e che sia socialmente e possibile, amnche se non in maniera perfetta, stabilire una metrica, a queste frecce, e che ovviamente sia possibile, insieme, tentare di stabilire un’orientazione. Complicato il grafico cartesiano così (che per me diventa adesso a n dimensioni, e non più una) allora sono d’accordo con te, rigettando però il termine presuntuoso. Io credo che il vegano, per quanto magari davvero stronzo, egoista, presuntuoso, sia una spanna davanti a me in un paio di frecce. Magari non in tutte le altre n-2. Magari io sono una persona migliore di lui per ogni altra dimensione della vita. Magari là fuori esiste un serial killer pedofilo ma vegano: è ovvio che non lo credo migliore dei miliardi di persone che mangiano carne. Non è “migliore”: ha però innegabilmente meno impatto ambientale, per quella singola dimensione. Quindi, al contrario di quello che proponi, io amplio la questione e non la riduco: uno potrebbe scegliere di mangiare animali ma non usare l’aereo e la macchina, per esempio (per quanto riguarda il discorso ambientale). E così via.